[We, like you: Nella mente di un creativo]
Interviews a Giuliana Mancinelli Bonifaccia
Di Barbara Molinario
Chi è Giuliana Mancinelli Bonifaccia?
Una designer di gioielli, laureata in Architettura a La Sapienza.
Quando disegna un gioiello pensa ad una persona in particolare?
Non ho una musa ispiratrice, ma sicuramente realizzo gioielli che amerei indossare io.
Quali colori preferisce utilizzare?
I colori li scelgo partendo dalla pietra. Zaffiri, brillanti bianchi, agata grigia, corniola arancio scuro, rubini. Adoro le stalagtiti che affettate mostrano il loro disegno interno a forma di fiore.
Come definisce il suo stile?
Frutto di ironia e provocazione.
Dove prende le pietre?
Cerco i materiali nelle fiere di Minerali di Monaco, Bologna e Londra.
Dove le piace disegnare creare i suoi gioielli?
Passo molto tempo su internet dove trovo tanti spunti interessanti. Leggo. Quando ho le idee chiare realizzo un prototipo e lo consegno nelle mani dell’artigiano che lavora per me. Sono molto spesso a lavoro nel mio Atelier Presqu Ile in via del Corallo 19.
A cosa si ispira? Perché gli organismi unicellulari l’hanno affascinata a tal punto da dedicargli un’intera collezione?
Mi ispiro al mondo della natura più che altro. Per l’ultima collezione mi hanno attirato degli studi del 1862 dove gli organismi unicellulari venivano disegnati ingranditi. Sono partita da quei disegni per realizzare elementi che li ricordassero.
Sono tutti pezzi unici o riproduce una linea?
Con alcune pietre monto dei gioielli unici, perche non si possono riprodurre, ma realizzo anche una linea di gioielli costruiti con la tecnica della cera a perdere. Comunque cerco di non riprodurre troppe copie e di restare su quantitativi minimi.
Dopo i suoi studi di architettura, come è arrivata al mondo del gioiello?
Per caso. Nel 2005 lavoravo in uno studio di architettura.. ma non ero soddisfatta, così esprimevo me stessa attraverso la creazione di bijou realizzati con componenti in plastica che indossavo io stessa. Poi le mie amiche hanno cominciato a chiedermi di realizzarli anche per loro. Poi hanno cominciato le amiche delle mie amiche e così via.. allora ho capito che quello che facevo piaceva e poteva funzionare anche un discorso artistico economico, ed ho abbandonato l’architettura come lavoro. Nel 2007 ho fondato il mio Marchio.
Si parla di fuga di cervelli dall’Italia, invece lei ha studiato ad Anversa e poi è tornata ad aprire un atelier in Italia.
Si, ho anche vissuto a Londra per sei mesi, ma il costo della vita è troppo alto ed io preferisco di gran lunga vivere e lavorare in Italia.
Qual è il target dei suoi clienti?
Non ho ancora identificato un target per età. I miei gioielli si contraddistinguono per un design eccentrico e ricercato. Si riconoscono anche per la grandezza, vengono indossati da donne che amano stupire e piacersi.
Ci parli della pelle di razza.
È un tipo di pelle ricavato da un pesce, la Razza appunto. Mi piace molto perché possiede una superficie irregolare, regala riflessi. La utilizzo anche “affettata”, cioè eliminando i bozzi superficiali diventa liscia e si decora di tanti piccoli cerchi irregolari.
Prossimi progetti
Ho trovato un libro sul carbonio…
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